Gli uomini vanno incontro a meno disfunzioni orgasmiche a seguito di una prostatectomia radicale robotica (RARP) che dopo un intervento analogo a cielo aperto. Secondo Paolo Capogrosso dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, autore di uno studio su 749 soggetti, il paziente dovrebbe essere consapevole di tutti i possibili effetti collaterali funzionali a seguito di una prostatectomia radicale, il che include un deficit della funzionalità orgasmica, che sembrerebbe interessare un significativo numero di pazienti dopo l’intervento.
In questo contesto, sarebbe opportuno informare il paziente che l’approccio roborico porta ad esiti migliori in termini di maggiore ripresa post-operatoria dalla climacturia ed in termini di minore incidenza complessiva degli orgasmi dolorosi post-operatori. In alcuni studi precedenti è stato riportato che il tasso di climacturia a seguito di un intervento di prostatectomia radicale varia fra il 20% ed il 93%, ed i tassi di orgasmi dolorosi si aggirano intorno al 14%.
I ricercatori sottolineano l’importanza della correttezza delle consulenze per il paziente su tutti i possibili trattamenti per il tumore prostatico, fornendo informazioni precise e corrette sugli esiti oncologici e sui potenziali effetti collaterali associati ad ogni diverso trattamento. Ciò consente al paziente stesso di scegliere il migliore approccio terapeutico sulla base delle proprie caratteristiche cliniche di partenza e del rischio oncologico.
Secondo alcuni esperti, dato che il potenziale beneficio dell’intervento per il paziente è spesso discutibile, è estremamente importante che i pazienti siano informati del suo potenziale impatto negativo non soltanto sulla funzione erettile, ma sull’intera capacità sessuale e sulla sfera del piacere. (Eur Urol online 2015, pubblicato il 10/11)
